Torri di raffreddamento e scrubber: via in Regione Lombardia il censimento degli impianti a rischio legionella

La Regione Lombardia ha pubblicato sul BURL del 30 luglio 2019 (DGR n. XI/1986) indicazioni in merito al censimento delle torri di raffreddamento e ha fornito la scheda di registrazione al catasto comunale delle torri, prevista dall’articolo 61 bis1 della Legge Regionale 33/2009.

Informati presso il tuo Comune sulle modalità e le tempistiche del censimento.

Il censimento è attivo solo in Regione Lombardia?

Analoga iniziativa era stata presa dalla Regione Emilia Romagna che, con DGR 828/2017, approvava le “Linee guida regionali per la sorveglianza e il controllo della Legionellosi”, impegnando le Amministrazioni locali o gli Enti delegati a predisporre e curare la tenuta di un apposito “Catasto” delle torri di raffreddamento a umido e dei condensatori evaporativi esistenti, da implementarsi mediante notifica da parte dei responsabili degli impianti di raffreddamento.

Cosa s’intende per torre di raffreddamento?

Ogni tipo di apparato evaporativo utilizzato in impianti di climatizzazione di edifici (residenziali o ad uso produttivo), in processi industriali, in impianti frigoriferi o in sistemi di produzione energetica, caratterizzato dall’impiego di acqua con produzione di aerosol ed evaporazione del liquido, ad esempio:

  • torre di raffreddamento a circuito aperto
  • torre evaporativa a circuito chiuso
  • condensatore evaporativo
  • raffreddatore evaporativo
  • scrubber.

L’obbligo del catasto, non esime, tuttavia, dall’applicazione di pratiche di manutenzione e di gestione delle torri di raffreddamento così come riportato dalle vigenti Linee Guida nazionali e regionali che i gestori e manutentori degli impianti sono tenuti ad applicare 

Le linee guida del 2015 della regione Lombardia (“Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi”) prescrivono che “il Protocollo di Controllo del Rischio legionellosi venga applicato in ogni struttura (sia civile sia industriale) nel quale siano presenti impianti potenzialmente a rischio legionellosi” (par. 3.1).

Cosa deve quindi fare un’azienda per gestire il rischio Legionella?

  1. Fare un censimento degli impianti a rischio
  2. Definire un piano di monitoraggio e attuarlo con periodicità almeno semestrale (campionamenti e analisi microbiologiche delle acque)
  3. Fare una valutazione del rischio Legionelladegli impianti e del possibile contagio per dipendenti/ visitatori
  4. Definire un Piano di Manutenzione e registrarne gli interventi. In caso di positività dei campionamenti e/o il verificarsi di casi di legionellosi:
  5. Definire un Piano di intervento 

Le manutenzioni possono prevedere operazioni semplici come il flussaggio delle utenze meno frequentate o la pulizia e la sanificazione dei rompigetto dei rubinetti e/o i soffioni e flessibili delle docce. Tutte le attività svolte devono essere registrate, così come è importante pianificare almeno 2 campionamenti all’anno degli impianti a rischio.

Se i risultati dei monitoraggi fossero positivi, è necessario procedere con il Piano di intervento definito, ad esempio la sanificazione degli impianti, e ripetere le analisi secondo le tempistiche previste dalle linee guida.

La valutazione del rischio infine deve essere revisionata con periodicità almeno triennale negli impianti industriali (para grafi 8.1 delle linee guida) o con frequenza maggiore nei seguenti casi di:

  • segnalazione di un possibile caso di legionellosi all’interno dell’azienda,
  • modifiche degli impianti,
  • modifica della situazione epidemiologica dei dipendenti/ visitatori (aumento età media, presenza di tabagisti, alcolisti o di persone con malattie croniche debilitanti),
  • reiterata ed anomala presenza di Legionella negli impianti riscontrata a seguito dell’attività di monitoraggio.

Hai bisogno di una consulenza o vuoi capire se sei a rischio di legionellosi?

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Barbara De Rui – RSPP, Auditor, Formatore

Sung-Ae Bettenzoli – Ingegnere esperto di rischio legionella



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